Saranno presentate le musiche organistiche di chiara matrice operistica in uso nelle chiese italiane, prima della riforma ceciliana, che tentò di riportare la musica sacra alla purezza e alla spiritualità originarie. Intorno alla metà dell’Ottocento infatti era normale ascoltare durante la messa composizioni per organo intessute di temi tratti da celebri melodrammi, come quelle di Paolo Sperati e Carlo Fumagalli, basate su Un ballo in maschera di Verdi, o quella ancora di Sperati basata sull’Aida. Queste raree interessanti curiosità musicali molto rappresentative di un’epoca verranno eseguite in questa occasione, recuperandole da un lungo oblio. Ben altro è il livello musicale e spirituale dell’Agnus Dei dalla Messa da Requiem dello stesso Giuseppe Verdi, qui eseguito nella trascrizione per organo solo di Franz Liszt. Sull’organo veniva eseguite non solo rielaborazione di melodie di Verdi ma anche direttamente le sue arie, con testi talvolta adatti alla chiesa (l’”Ave Maria” dall’Otello), talvolta assolutamente no (“Re dell’abisso, affrettati” da Un ballo in maschera) In quegli stessi anni si sviluppava anche in Italia un repertorio di musiche organistiche da concerto, sull’esempio di quanto avveniva in Francia e in altri paesi: il più importante autore italiano di tale genere di musica fu Marco Enrico Bossi, che riscosse enormi successi in tutta Europa e in America, ma molto meno in patria. Di lui si ascolteranno tre brani: Pezzo eroico, Chant du soir e Studio sinfonico. Allo stesso repertorio appartiene la Sinfonia per organo di Vincenzo Petrali .
Organo: Luca Faccanoni